La varietà Tonda Gentile (sin. di Tonda Gentile Trilobata o Tonda Gentile delle Langhe) ha origini naturali in Piemonte, nella zona della Langa.
La pianta cresce spontanea in boschi di latifoglie sino a 1000 mt. sul livello del mare come specie selvatica, riproducendosi naturalmente per seme, perdendo quindi le caratteristiche della varietà selezionatasi in modo autonomo, probabilmente da mutazione gemmaria.
Per ottenere produzioni da reddito, deve essere coltivata come una normale pianta da frutto, in terreni fertili e opportunamente lavorati, onde evitare la concorrenza dell’erba e rompere la capillarità del suolo, causa di eccessiva evaporazione del terreno.
Necessita di terreni drenati: da evitare assolutamente sono le zone con ristagno idrico. Soffre l’eccessivo compattamento del terreno che può causare forme di marciumi radicali e asfissia.
Adeguate potature di formazione e di produzione evitano fenomeni di alternanza a cui la pianta tende spontaneamente, in quanto la differenziazione delle gemme a frutto avviene nel mese di agosto e se la pianta è sotto stress a seguito di una forte produzione, tende a formare gemme a legno.
La moltiplicazione è una pratica molto complessa, in quanto non può avvenire per seme ma utilizzando una porzione della pianta madre; non radica per talea e la pratica di innesto tentata negli ultimi anni presenta notevoli difficoltà.
Un tempo il nocciolo si moltiplicava asportando polloni da piante madri. questa pratica deve essere abbandonata in quanto si potrebbero trasmettere virus e funghi e non avere la certezza del DNA di provenienza. la tecnica più corretta oggi usata è costituita da margotte di ceppaia. vengono messe a dimora piante madri, certificate con tracciabilità della provenienza sulle quali vengono periodicamente analisi virologiche a campione con il Servizio Fitopatologico della Regione Piemonte.
Le ceppaie dopo tre anni vengono capitozzate a zero in modo da stimolare una forte emissione di polloni. Questi, nel mese di giugno, vengono inanellati a livello del colletto con un anello metallico e ricoperti con terriccio. La strozzatura stimola l’emissione di radici sopra la stessa. Se l’apparato radicale sarà sufficientemente sviluppato, la piantina potrà essere messa a dimora direttamente, in caso contrario, dovrà fare un altro anno in vivaio.
IMPIANTO DI NOCCIOLE – CORRETTA MESSA A DIMORA
Come deve essere eseguito correttamente un impianto di nocciole dal punto di vista tecnico?
Il corretto impianto di un noccioleto deve tenere conto delle caratteristiche particolari della pianta:
- Tendenza naturale allo sviluppo dell’apparato radicale in orizzontale in superficie entro i 30 cm di profondità;
- Soffre fenomeni di asfissìa radicale, necessita di terreno areato e drenato;
- Presenta un capillizio radicale molto fine, sensibile alla salinità dei concimi chimici, è facilmente alterabile se esposto a sole o vento al momento dell’impianto.
Di conseguenza è importante prima dell’impianto, effettuare una lavorazione del terreno profonda in modo da permettere il drenaggio dell’acqua e areare il terreno.
Ideale una rippatura profonda (50-60 cm), da preferire quando possibile ad un aratura che manderebbe in profondità lo strato fertile e vitale che c’è in superficie.
Prima dell’impianto di un noccioleto è bene effettuare un’analisi chimico-fisica?
È importante verificare l’idoneità del terreno prima di effettuare l’impianto, grazie ad un analisi fisico-chimica. per il nocciolo occorre chiedere i seguenti parametri: analisi granulometrica, Ph (acidità del terreno), presenza di calcare attivo (deve essere inferiore all’8%), sostanza organica, CAC (capacità di scambio cationico) e elementi nutritivi per valutare eventuali carenze o squilibri nutrizionali.
Come deve essere concimato un terreno per un impianto di noccioleto?
Quando possibile è sempre utile l’apporto di sostanza organica, spesso carente in molti i terreni, con letame maturo da interrare prima dell’impianto. Ottimi risultati si ottengono con la pratica del sovescio con leguminose e brassicacee, che può essere effettuata prima dell’impianto o anche nei primi anni seminando sull’interfila a file alterne. Interrando la massa vegetale prodotta si apporta sostanza organica che migliora la struttura fisica del terreno rendendolo meno asfittico, innescando processi che migliorano la vitalità del suolo. Oltre all’apporto di azoto prodotto da microrganismi azotofissatori prodotti dalle leguminose, è importante l’apporto di fosforo, elemento fondamentale per lo sviluppo radicale (circa 120 unità ad ettaro equivalente a 6 quintali ad ettaro di perfosfato minerale 18-20).
Questo concime ha un’azione acidificante del terreno, che va a sbloccare elementi resi indisponibili dalla presenza di calcare attivo. Una volta preparato il terreno procedere con un’ultima affinatura da effettuare con erpice rotante (rototerra) o fresatrice. Sarà così possibile procedere al tracciamento.
La corretta messa a dimora di un noccioleto è fondamentale per ottenere un impianto vigoroso già dai primi anni con conseguente miglior resistenza alle malattie e con prospettiva di anticipo dell’entrata in produzione.
La buca dovrà essere effettuata avendo cura di non compattare la terra ad una profondità non superiore ai 25-30 cm a seconda delle tipologie delle piante da mettere a dimora. Si valuterà la dimensione necessaria.
Piante di 1 anno o margotte di ceppaia necessitano di una buca di 25 cm, mentre piante di 2 o 3 anni con radice di 2 o 3 anni necessitano di una buca di 40 cm.
Le buche possono essere eseguite manualmente o con mini-e-scavatore. L’uso della trivella può solo essere effettuato solo su terreno particolarmente asciutto per evitare di creare una sorta di “bicchiere” che tratterebbe l’acqua provocando fenomeni di asfissia. È bene allargare la radice per favorire il suo sviluppo in base alle sue caratteristiche, a differenza di piante da frutto che hanno radici fittonanti.
Per ottenere un rapido sviluppo è fondamentale creare nella zona della radice un ambiente ideale dal punto di vista chimico-fisico per far sì che la radice possa avere un rapido sviluppo. A contatto con la radice mettere da 3 a 5 lt di compost/terriccio universale o torba acida se l’impianto avviene in terreni alcalini.
Sul terriccio-torba mettere 500gr di Leonardite, sostanza di origine naturale ricchissima in acidi umici e fulvici, bioattivatore della fertilità del suolo, andando così a creare un’ottimale nicchia fisionutrizionale vicino all’apparato radicale con aumento della capacità del terreno di trattenere elementi nutritivi e acqua.
A questo punto si coprirà con terra avendo cura di non compattare, soprattutto se il terreno non è particolarmente asciutto.
Sulla superficie nel diametro di circa 50 cm attorno alla pianta, apportare 500 gr di Prodigy Plus, concime organico naturale di origine vegetale che oltre ad avere sostanze nutritive a lento rilascio è un potente attivatore dei microrganismi del terreno e crea condizioni ottimali per lo sviluppo delle micorrize naturali simbionti che vanno a migliorare le capacità di assorbimento delle radici.
Come deve essere la pianta di nocciolo ideale?
Le piantine devono presentare un apparato radicale sviluppato ma giovane e ben fascicolato con presenza di importante capillizio radicale. Il fusto deve sempre essere di 1 anno anche se la pianta può avere un apparato radicale di 2 o 3 anni, per far sì che dopo il trapianto possa vitalizzare gemme dormiente vigorose che andranno a costituire le nuove branche della pianta; Astoni invecchiati hanno scarsa vitalità e possono essere soggetti ad attacco di parassiti del legno. È importante che la radice sia stata inoculata con micorrize naturali, insediatesi sulla radice, che andranno ad aumentare la capacità di assorbimento. Una tipologia di piante che dà migliore risultato è la margotta di ceppaia se prodotta con giusto metodo con apparato radicale giovane e molto ben sviluppato oppure piante con radice di 2 o 3 anni (pianta extra R3F1, ottenuta con una particolare tecnica culturale) e fusto di 1 anno che hanno ricevuto un trattamento particolare.
https://www.traversalorenzo.com/wp-content/uploads/2020/02/PIANTA-DI-NOCCIOLO-EXTRA-R3F1.pdf
Terminata la messa a dimora la pianta andrà capitozzata a 60 cm per far sì che possa emettere vigorosi germogli che diventeranno branche costitutive della pianta, formando un monocaule ad alberello o a vaso cespugliato.
In zone con presenza di lagomorfi (lepre o minilepre) o caprioli, consiglio di posizionare appositi tutori in rete che proteggono la pianta nei primi anni.
Il presente protocollo di impianto seguito da accurate lavorazioni nei primi anni, è più laborioso e costoso rispetto a certe metodiche oggi molto usate in grandi impianti, come ad esempio: impianti a macchina, ma darà origine ad un noccioleto più omogeneo, più sano e che sicuramente anticiperà l’entrata in produzione.
1 kg a pianta prodotto in più al 4°-5° anno, compenserà abbondantemente le maggiori spese sostenute.
Lorenzo Traversa
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