Patogeni
Crittogame
Oidio o Mal Bianco del nocciolo (Phyllactinia guttata)
fungo con manifestazioni tipiche dell’oidio ma quasi esclusivamente sulle foglie. Attacchi in tarda estate provocano la caduta anticipata delle foglie. Raramente si rende necessario un trattamento in quanto il patogeno è già controllato con i trattamenti a calendario per altri parassiti.
Gleosporium (Piggotia coryli)
fungo che colpisce le gemme che alla ripresa vegetativa vanno incontro a disseccamento e talvolta questa alterazione può interessare anche i rametti. Le gemme colpite si presentano imbrunite, con fruttificazione del fungo identificabili con la caratteristica puntinatura scura. Sintomi sulle foglie sono disseccamento detto a goccia. Gli attacchi più forti sono più evidenti in annate particolarmente umide e nei noccioleti di fondovalle. Qualora, si rendesse necessario, intervenire in autunno, a metà caduta foglie.
Mal dello stacco (Cytospora corylicola)
si manifesta principalmente su impianti vecchi con la comparsa delle caratteristiche macchie di color bruno rossastro sulla corteccia dei rami. Le piante colpite manifestano scarso vigore vegetativo e necrosi dei tessuti. E’ importante asportare e bruciare i rami colpiti e intervenendo con prodotti a base di rame onde evitare l’espandersi della malattia. Le branche tendono a spaccarsi, di solito in seguito a nevicate oppure in caso di forte produzione per il peso del frutto. Caratteristica particolare è che dove la branca si rompe, si nota un taglio netto, quasi fosse provocato da un mezzo meccanico oppure dal taglio di una sega.
Marciume Radicale (Armillaria mellea)
fungo che colpisce l’apparato radicale. Le piante presentano scarso vigore vegetativo, assenza di polloni e sovente appassimento e disseccamento da collasso. Tipica dei terreni più umidi, in caso di attacchi, è consigliabile rimuovere le piante infette asportando l’intero apparato radicale e lasciando la buca aperta affinchè si fermi l’attività fungina nella stagione estiva prima di sostituire la pianta. Importante cospargere la buca con sali di rame.
Acari e Insetti
Eriofide (Phytoptus avellanae)
parassita che sverna all’interno delle gemme trasformandole in caratteristiche galle e provocandone la moria. A fine marzo inizio aprile avviene la migrazione degli eriofidi sui nuovi rametti dalle gemme colpite a quelle in via di formazione. Le giovani gemme colpite presentano uno sviluppo anomalo ingrossando rapidamente assumendo un colore rossiccio. La varietà Tonda Gentile è particolarmente sensibile all’eriofide che può condizionare negativamente lo sviluppo della pianta e la capacità produttiva. Si controlla durante la migrazione con prodotti a base di zolfo.
Balanino del nocciolo (Culio nucum)
curcuglionide di color nocciola, dotato di rostro che nelle femmine è lungo quanto il corpo. Gli adulti compaiono in noccioleto a partire da aprile maggio e dopo un periodo di alimentazione che serve alle femmine per portare a maturazione le gonadi, ini((ziano gli accoppiamenti che vanno da metà maggio a metà luglio. Il rostro è impiegato dalla femmina per perforare il guscio della nocciola e deporgli all’interno l’uovo. Ogni femmina depone circa 20-30 uova e la larva dopo un periodo di incubazione di 10 giorni nasce e completa il suo sviluppo all’interno, nutrendosi del gheriglio. Dopo 30-35 giorni a maturazione fuoriesce forando il guscio. Solitamente il balanino è controllato con trattamenti effettuati per combattere la cimice. Effettuando i campionamenti a frappage (scuotimento) se il numero degli adulti è elevato è necessario intervenire con trattamento mirato.
Cimice
insetti in cui le forme giovanili pungono le nocciole in accrescimento provocando danni. Gli stiletti dell’apparato boccale riescono a raggiungere il tessuto spugnoso o il seme in formazione passando attraverso il guscio provocandone l’aborto traumatico. Le punture delle cimici proseguono anche quando il guscio della nocciola è già indurito e all’interno il seme occupa interamente la cavità del frutto. La saliva che l’insetto iniettata con la puntura rende i semi immangiabili (sapore avariato) e comunque inutilizzabili dall’industria dolciaria. Le punture effettuate da alcune specie sul nocciola già formata prima della maturazione provocano danno commerciale gravissimo in quanto danno origine ad un seme avariato ma senza segni distintivi per riconoscerlo (cimiciato occulto). E’ sicuramente la patologia più difficile da controllare in quanto sono pochi i principi attivi autorizzati per la lotta e spesso non di grande efficacia. Occorre intervenire con interventi mirati (sono da bandire strategie fatte a calendario che colpiscono gli insetti utili e vanno a danneggiare l’equilibrio della pianta) in base ai campionamenti effettuati con diverse tecniche. Calcolando la soglia di intervento per ogni specie e la presenza di uova parassitate da antagonisti naturali.
- Gonocero (Gonocerus acuteangulatus) cimice nostrana molto pericolosa per il nocciolo in quanto può compiere l’intero ciclo a carico della pianta. Molto polifaga e può vivere su molte piante ospiti sia spontanee che coltivate. Piante particolarmente gradite che possono essere utilizzate come pianta esca per i monitoraggi: sanguinello, biancospino, rosa canina, ciliegio, pesco ed albicocco. Compare in noccioleto da maggio inizio giugno e porta gravi danni durante la fecondazione dei semi. Il monitoraggio avviene tramite frappage (scuotimento).
- Coreo marginato o cimice degli orti (Coreus marginatus) non è una cimice tipicamente corylicola in quanto predilige orticole e flora spontanea. Può essere confusa con il gonocero ma esistono dei caratteri distintivi molto chiari. Può arrecare gravi danni sulle orticole, da una mia ricerca risulta essere particolarmente attrattivo il gelso bianco, una pianta posizionata in prossimità di un orto può attirare durante la fruttificazione, per altro molto lunga, tutta la popolazione della zona circostante.
- Palomena (Palomena prasina) a differenza del gonocero, pur deponendo le uova sulle foglie, i primi stadi giovanili prediligono graminacee spontanee ed arbusti su cui si lasciano cadere dopo la nascita.
- Nezara (Nezara viridula) cimice che solo occasionalmente occupa il noccioleto, predilige ambienti orticoli, sverna in ricoveri vari tra cui anche le abitazioni (è la classica cimice verde che abbiamo sempre trovato in casa)
- Cimice grigia (Raphigaster nebulosa) come le altre specie ospite occasionale del nocciolo dove va a deporre e dove è presente soprattutto nelle forme giovanili.
- Cimice dei boschi (Pentatoma rufipes) come da nome volgare è cimice tipica amante delle zone boscose, può colpire noccioleti ubicati in prossimità di boschi. Tutte le cimici delle specie Coreo marginato, Palomena, Nezara, Cimice grigia e Cimice dei boschi di solito non arrecano gravi danni al noccioleto ed essendo insetti autoctoni hanno spesso antagonisti naturali che parassitano le uova. Sono controllate solitamente con gli interventi per il Gonocero ma occorre prestare attenzione in quanto si possono verificare casi, in alcune aree circoscritte, di esplosione della specie. Si rilevano effettuando i frappage per il Gonocero ed in caso di numeri significativi si attuano le relative stategie di difesa.
- Cimice asiatica (halyomorpha halys) cimice esotica, di origine asiatica che ha fatto la sua comparsa in nord America e poi in Europa. Nel 2012 è stata segnalata in Emilia Romania e in Veneto, nel 2013 in un pescheto in frazione San Benigno di Cuneo. Cimice pericolosissima per tutte le colture, invasiva in quanto ogni adulto depone da 200 a 300 uova. Nelle zone di origine tropicali può compiere fino a 4 – 5 generazioni all’anno diventando devastante. In Italia dopo la sua comparsa ha ampliato il suo areale di occupazione portando gravissimi danni all’agricoltura cogliendo gli agricoltori e tecnici impreparati. Oggi è oggetto di studio e ricerca da parte degli organi preposti. Per quanto riguarda il nocciolo lo scorso anno ha provocato gravissimi danni nella zona Fondovalle Tanaro, in Provicia di Torino e nella zona bassa dei Roeri. Da recenti studi sembra effettuare due generazioni con accavallamento delle stesse. La sua pericolosità è rappresentata dal fatto che può bucare con il suo stiletto nocciole completamente formate pronte per la raccolta dando origine all’avariato occulto. E’ la cimice marrone che nello scorso inverno abbiamo trovato spesso nelle abitazioni e nei manufatti in genere. Sarà un problema della corylicoltura dove con pratiche agronomiche corrette e con impianti ben studiati tecnicamente si potrà controllare con efficienza. Dopo aver svernato in fabbricati ed abitazioni nel periodo di maggio si sposta alla ricerca di piante ospiti che lei gradisce. E’ estremamente prolifaga e può vivere su circa 200 specie di vegetali spostandosi da una pianta all’altra a seconda delle sue esigenze. Dopo la prima generazione avvenuta a fine di maggio inizio giugno va ad effettuare una seconda generazione molto importante nel periodo di fine giugno inizio luglio dando origine ad una popolazione molto importante che raggiunta la forma adulta svernerà l’anno successivo. La nostra struttura tecnica è estremamente attenta alla problematica e sta cercando tutti i metodi agronomici, fitosanitari e naturali per arginare l’infestazione. Nel 2016 è stato selezionato un micro-imenottero antagonista naturale (ooencyrtus telenomicida) in grado di parassitare in 24 ore il 35% delle ovature e in presenza di più femmine raggiungere il 100%. Depone un uovo all’interno dell’uovo della cimice e la larva dopo la schiusura si nutre delle stesso raggiungendo la maturazione. Sono importanti pratiche agronomiche particolari, corretta esecuzione dei trattamenti, accurati monitoraggi che possono avvenire con trappole attrattive a feromone per aggregazione.
Agrilo (Agrilus viridis)
è un coleottero che compie generalmente una generazione all’anno. Gli adulti compaiono intorno alla metà di maggio e le uova di color biancastro o arancio sono deposte sulla corteccia dei rami. Le larve scavano profonde gallerie interrompendo parzialmente o totalmente i vasi linfatici provocando ingiallimento della chioma, arresto della vegetazione e caduta anticipata delle foglie. Caratteristico è il rigonfiamento a spirale dei rami colpiti. La pianta difficilmente riesce a recuperare ed è destinata a morire. La prolungata presenza nel noccioleto dell’insetto rende difficile un programma di efficace difesa. Sono fondamentali pratiche agronomiche consistenti nel tagliare tutti i rami colpiti che andranno bruciati. Adeguate concimazioni riducono le infezioni in quanto, nella pianta con maggiore vigoria, la larva non riesce a completare il suo ciclo.