L’anno 2024 verrà ricordato come il peggiore, forse di sempre, in termini di quantità prodotte. Si segnala un netto calo produttivo in tutti gli areali dove è presente la coltura ed in maniera generalizzata sulle diverse varietà presenti sul territorio con particolare accentuazione sulla nostra Tonda gentile trilobata. Le cause al momento sono ancora di difficile comprensione ma sicuramente ci mette lo zampino l’estremizzazione climatica degli ultimi anni con la costante del continuo aumento delle temperature soprattutto invernali. In tutto questo un ruolo fondamentale lo riveste il suolo che può essere un validissimo alleato nella mitigazione dell’evoluzioni meteoriche sovrastanti e creare condizioni di vita più favorevoli alle piante. A tal proposito la gestione del suolo e la fertilizzazione hanno un ruolo fondamentale.

Nel nocciolo la corretta gestione della concimazione in termini quali-quantitativi ha i seguenti benefici:

  • riportare la coltura ad alti livelli produttivi
  • ridurre il fenomeno dell’alternanza produttiva
  • attenuare la cascola di fine primavera
  • migliorare la resa

Inoltre è doveroso ricordare che la fertilizzazione ha impatto sull’ambiente per cui è necessario conoscere i momenti ottimali di apporto degli elementi e le tecniche di distribuzione atte a ridurre l’emissione di gas serra nell’atmosfera. A tal proposito si consiglia sempre l’interramento contestuale alla distribuzione del concime.

In termini generali nella concimazione post-raccolta si distribuisce la maggior parte del fosforo, 2/3 del potassio e 1/3 al fine di ripristinare le riserve della pianta e creare le migliori condizioni per la fioritura maschile e femminile e la conseguente allegazione. Di seguito, in primavera, si concludono gli apporti di azoto nel periodo post fiorale e nella fase di formazione della nocciola. Si completa anche l’apporto di potassio nello stadio di ingrossamento della nocciola. Le quantità dei tre macroelementi vanno calcolate sulla base degli asporti colturali.
 

Mediamente, in termini di dosi standard, gli apporti medi annui sono i seguenti:

Azoto 70kg/ha                      Fosforo 40kg/ha                           Potassio 90kg/ha


Per impostare un piano di concimazione o comunque per potersi orientare nella scelta dei fertilizzanti si consiglia di effettuare un analisi chimico fisica del terreno,  di valutare bene lo stato vegetativo delle piante l’andamento della produzione ed infine non dimenticare la componente biologica che costituisce il suolo e che è un fondamentale alleato al mantenimento della fertilità.

In fase autunnale si consiglia di apportare concimi con titolo basso in azoto e conseguente prevalenza di fosforo e potassio. Ad esempio con concime 4-8-10 si apporteranno di base 5-6q.li/ettaro oppure concimi semplici. E’ sempre consigliato l’apporto di matrici organiche e/o concimi a base organica organo-minerale. Per l’agricoltura biologica verificare sempre attentamente che il fertilizzante sia ammesso all’impiego in bio.

L’applicazione degli elementi nutritivi, in particolare l’azoto, va effettuata nell’immediato post raccolta in quanto con l’avanzare della stagione autunnale la pianta perde le foglie e di conseguenza non assorbe più l’elemento con rischio di dilavamento dello stesso e inquinamento delle falde.


Oltre all’apporto dei macroelementi vanno ricordati alcuni aspetti altrettanto fondamentali che interagiscono con la nutrizione di base:

  1. Ph: la reazione Ph gioca un ruolo fondamentale nel regolare i processi biologici del terreno(assimilabilità degli elementi nutritivi e vita microbica). I terreni neutri (ph 6,6-7,3) presentano condizioni biochimiche ottimali alla coltivazione del nocciolo. Spesso si riscontrano, nei tipici terreni collinari coltivati a nocciolo, ph superiori. In questi terreni basici la solubilità di alcuni macro elementi(esempio fosforo)  e microelementi tende a diminuire risultando meno disponibili per le colture con conseguente manifestazione di sintomi più o meno gravi di carenze nutrizionali(clorosi ferrica, carenza di manganese, etc). Di conseguenza, dal punto di vista pratico, si consiglia di utilizzare concimi a base organica che contengano anidride fosforosa(reazione acida) e nei casi di eccessiva alcalinità iniziare un ciclo di correzione del ph (applicazioni per più anni) apportando prodotti a base di zolfo (esempio zolfo lenticchiato) con dosi di 5q.li per ettaro.
  2. Sostanza organica: il carbonio organico rappresenta la principale fonte di alimentazione per i microorganismi del terreno che agiscono trasformando la sostanza organica rilasciando elementi nutritivi per le piante. I livelli di sostanza organica ottimale sono da considerarsi intorno al 2-2,5%. Con valori inferiori all’1,5% si passa ad una condizione di povertà del terreno con una serie di conseguenze negative per la pianta. Nella normalità dei casi si consiglia di apportare letame bovini correttamente compostato e umificato ogni 3-4anni, digestati di accertata provenienza, stallatici di origine da letame o matrici vegetali. Inoltre si consiglia di privilegiare l’utilizzo di concimi organici od organo-minerali che hanno una matrice organica. Si consiglia inoltre di valutare l’applicazione dei microrganismi fondamentali per tutti i processi biochimici del terreno.
  3. Microelementi: il fabbisogno dei microelementi in genere è soddisfatto dalla dotazione naturale del terreno. In taluni casi si possono manifestare carenze che andranno gestite con concimazioni fogliari nel periodo primaverile. In linea generale non si consiglia un utilizzo eccessivo dei fertilizzanti fogliari ma interventi in determinati periodi possono avere una notevole efficaci nel superamento degli stress e sulla qualità finale del prodotto.
  4. Sovescio nella gestione dei giovani impianti in allevamento. I vantaggi dell’utilizzo di questa tecnica sono numerosi: innanzitutto la biomassa interratta migliora le caratteristiche chimico-fisiche del suolo aumentando il contenuto di sostanza organica, quindi migliorando la struttura e di conseguenza la porosità e la capacità del suolo di trattenere l’acqua. Se poi all’interno del miscuglio seminato sono presenti delle leguminose queste, grazie alla loro capacità di fissare l’azoto inorganico, migliorano la dotazione del suolo di azoto disponibile per le piante. Per questi motivi l’utilizzo del sovescio, studiando correttamente il miscuglio, può sostituire l’utilizzo di letame e di concimi. La copertura del suolo inoltre presenta l’azione potenziale di controllo delle erbe infestanti, difficilmente gestibili in agricoltura biologica, con una possibile diminuzione dell’impiego di erbicidi. L’interfila coperto durante l’inverno consente una maggiore protezione del suolo dall’erosione causata dalle piogge abbondanti e il conseguente dilavamento degli elementi.  La scelta delle essenze da seminare deve essere studiata secondo le esigenze nutrizionali e biologiche del suolo nonché le condizioni climatico – ambientali che interessano l’appezzamento. In generale miscugli completi presentano percentuali diverse di graminacee, leguminose e alcune crucifere.
  5. Lavorazioni del suolo: si sconsigliano fresature in quanto impattanti sull’equilibrio organico degli strati superficiali del suolo. Nell’ottica di promuovere l’ inerbimento si consiglia l’utilizzo di arieggiatori/dissodatori per de compattare il terreno senza compromettere il cotico erboso presente.
  6. Si ricorda infine di non dimenticare la potatura. Le piante vanno potate razionalmente per rinnovare il legno vecchio e far penetrare bene la luce. Solo in questo modo ci si può prospettare verso una produzione quali-quantitativa ottimale.


Autori:
Maurizio Ribotta – Servizio Tecnico Cia Cuneo
Lorenzo Traversa